Arrigoni Nicola
1. SPETTACOLO DI TEATRO
- Trilogia della città di K. (Luigi Noah De Angelis)
Per la potenza immersiva di un lavoro che sa essere prossimo e distante al tempo stesso, un’opera totale di sapore wagneriano;
- Demoni (Claudio Autelli)
Una camera oscura in cui ci si immerge pian piano e che mette in crisi e fa emergere la rabbia di una gioventù senza futuro;
- Don Chisciotte ad ardere (Marco Martinelli, Ermanna Montanari)
Per la capacità di coniugare la festa e l’intimità, il coro e i singoli in un viaggio di erranti in cerca di nuove verità con la forza del teatro di comunità.
2. SPETTACOLO DI DANZA
- U. (un canto) di Alessandro Sciarroni
Spettacolo desituante e che legge la danza come movimento sonoro, lasciando tanti interrogativi e colpendo al cuore;
- redrum (Marco Valerio Amico, Rhuena Bracci)
Per la forza di mettere in crisi la struttura della fruizione della performance senza rinunciare alla leggibilità dell’atto coreografico;
- Rapsody in Blue (Iratxe Ansa, Igor Bacovich)
Per l’eleganza e la compattezza di un ensemble che sa dare corpo alla migliore tradizione ballettistica contemporanea.
3. REGIA
- Leonardo Lidi (Progetto Čhecov)
La conferma di una scrittura registica matura che si innesta sulla grande tradizione del teatro di regia novecentesco con la spregiudicatezza del contemporaneo;
- Valerio Binasco (Una ragazza sul divano)
Per la capacità analitica di sciogliere e chiarire i mille piani narrativi e temporali della scrittura del Premio Nobel;
- Luigi Noah De Angelis (Trilogia della città di K.)
Dimostra una maturità espressiva e concettuale che sa tenere in scacco ogni elemento linguistico dello spettacolo dal vivo.
4. ATTRICE/PERFORMER
- Anna Della Rosa (Erodiàs + Mater Strangosciàs)
Conferma essere una straordinaria creatura vocale ed espressiva che porta il dire all’armonia del cantare;
- Elena Cotugno (Antigone, cerimonia con canzoni)
Per il suo ruvido realismo che ha la stessa potenza dello scorrere delle unghie su una superficie liscia. Da brividi quasi insopportabili;
- Alessandra Dell’Atti (Il buio)
Per la capacità di mettersi al servizio di una macchina scenica che la rende icona della santità, statua che sanguina e che esplode di dolore.
5. ATTORE/PERFORMER
- Massimiliano Speziani (Zio Vanja)
Incarna con dolente abbandono il senso di sconfitta dei migliori personaggi cechoviani che si rifugiano nel patetico, quando non nel comico per sopravvivere a loro stessi;
- Alessandro Berti (Trilogia della città di K.)
Dà prova di una intensità fisica che traduce le parole in gesti e i gesti in una danza dell’inquietudine che toglie il respiro: danzattore di potente espressività;
- Leonardo Capuano (La Ferocia)
Per la sua capacità di interprete che sa coniugare verità e apparenza, finzione e credibilità dello stare in scena.
6. ATTRICE/PERFORMER UNDER 35
- Marta Malvestiti (Demoni)
Conferma le doti di attrice raffinata e introversa, delicata eppure coriacea nel perseguire l’intensità interpretativa dei personaggi che interpreta;
- Chiara Ferrara (Wonder Woman)
Ultimo tassello di una serie di prove interpretative che ne confermano l’energia espressiva, la forza e determinazione nello stare in scena che la rendono carismatica;
- Beatrice Verzotti (Wonder Woman)
Sa usare con intelligenza e acume la sua fisicità, mostrando come corpo e parola siano un tutt’uno inscindibile.
7. ATTORE/PERFORMER UNDER 35
- Daniel Bongioanni (Foresto)
Si dimostra un’autentica sorpresa nel suo riempire lo spazio con corpo e nel suo gestire l’espressività attoriale attraverso la gestualità del linguaggio per sordi;
- Pietro Giannini (La costanza della mia vita)
È un fascio di emozioni fatte corpo, sa dare potenza espressiva al suo racconto biografico e lo fa con una naturalezza che non cade mai nel realismo, ma dimostra doti di attore e autore gravide di prospettive;
- Emanuele Turetta (Demoni)
Si conferma scrupoloso e fresco, preciso, interprete che sa e vuole col cuore, facendosi materia duttile ma non per questo inerme per i registi che lo incontrano da Cirillo a Autelli, per fare solo due nomi.
8. SCENOGRAFIA
- Guido Buganza (Valeria e Youssef e La pulce nell’orecchio)
Due disegni scenografici differenti eppure complementari che lavorano su spazi modulari precisi e puliti, senza fronzoli e con grande rigore. Un artista dello spazio che sa essere ogni volta nuovo e sorprendente;
- Gregorio Zurla (Demoni)
Costruisce una kammerspiele di assoluta bellezza che si anima con proiezioni video e che restituisce il clima di cospirazione e oppressione, pur giocando con trasparenze che ne moltiplicano le immagini e gli spazi;
- Sergio Tramonti (Diari d’amore)
Dimostra la capacità di saper costruire ambientazioni apparentemente realistiche che strizzano l’occhio al simbolico e trasformano in spazio e visione ciò che viene narrato dal testo e agito dagli attori.
9. COSTUMI
- Aurora Damanti (Zio Vanja)
Porta la pièce cechoviana in un contesto anni Sessanta tanto colorato quanto grottesco e intimamente comico;
- Margherita Baldoni (La pulce nell’orecchio)
Regala una serie di costumi molto pop e coloratissimi nel segno di un gioco della caratterizzazione dei personaggi che appaga l’occhio e diverte;
- Carlo Poggioli (Antonio e Cleopatra)
Ha disegnato costumi che sospesi fra passato e presente raccontano di una monumentalità funerea di vago sentore neoclassico.
10. DISEGNO LUCI
- Cesare Agoni (Demoni)
Riesce a dare corpo visivo alla cospirazione di un gruppo di giovani che fa i conti col proprio fallimento;
- Alessandro Verazzi (La pulce nell’orecchio)
Mostra la capacità di dare pennellate cromatiche a uno spettacolo in allegro technicolor;
- Stefano Mazzanti (Il buio)
In grado di definire lo spazio della mente di Santa Rita da Cascia, regalando inedite visioni della santa e del suo martirio.
11. PROGETTO SONORO/MUSICHE ORIGINALI
- Giovanni Frison (Foresto)
Costruisce un tappeto sonoro e musicale che si contende la scena con quello verbale, una sinergia linguistico/acustica di rara intensità;
- Gianluca Agostini (Demoni)
Contribuisce ad amplificare e rendere espressivamente significanti le atmosfere di quel bilancio di rivoluzione mancata che lo spettacolo racconta con angosciante essenzialità;
- Leda (Don Chisciotte ad ardere)
I ritmi pop rock animano la scena della locanda e fanno da contrappunto potente alla performance corale.
12. NUOVO TESTO ITALIANO/SCRITTURA DRAMMATURGICA (messi in scena da compagnie o artisti italiani)
- Cenere (Stefano Fortin)
Un testo di grande potenza espressiva, che racconta la disperante solitudine di una generazione, senza fare sconti e con un gioco metanarrativo tanto efficace quanto inquietante;
- Valeria e Youssef (Angela Demattè)
Un lavoro che racconta i dissidi di un ragazzo immigrato di seconda generazione alle prese con la radicalizzazione;
- Trilogia della città di K.* (Chiara Lagani)
Offre l’esempio di una curata e precisa riscrittura e adattamento del romanzo alla scena con la rara capacità di mantenere fede all’autore e allo spirito del romanzo.
13. NUOVO TESTO STRANIERO/SCRITTURA DRAMMATURGICA (messi in scena da compagnie o artisti italiani)
- La ragazza sul divano (Jon Fosse)
Porta in scena la poetica del Premio Nobel intrecciando piani narrativi e temporali in un gioco spietato che mette a nudo il non senso dell’esistenza;
- Come gli uccelli (Waidi Mouwad)
È un testo che dopo i fatti del 7 ottobre porta una riflessione profonda e non scontata su quanto sta accadendo nella striscia di Gaza. Un racconto potente in cui due nuovi Romeo e Giulietta frequentano l’amore al di là delle appartenenze politiche ed etniche.
14. SPETTACOLO STRANIERO PRESENTATO IN ITALIA
- S 62° 58’, W 60° 39’ (Peeping Tom)
È una barca incagliata nei ghiacci che non porta da nessuna parte e diventa l’argomento per mettersi a nudo, per osservare da vicino i meccanismi della creazione, per mettere a nudo la figura dell’attore che si offre, sera dopo sera, capro espiatorio dell’anima agli spettatori. Un lavoro costruito nei minimi particolari che ha la forza di un happening e che gioca fra realtà e finzione, spiazzando interpreti e pubblico;
- Blind runner (Amir Reza Koohestani)
Testo in cui la cronaca viene trasformata in pensiero su libertà, voglia di fuggire, atto di responsabilità nei confronti del proprio Paese, morte travolta dal treno sotto il tunnel della Manica, attraversato di corsa per una vita migliore;
- Rohtko (Łukasz Twarkowski)
È l’incontro con un mondo, è la grandezza del teatro barocco in stile contemporaneo, è un linguaggio potente che apre a inedite prospettive creative.
15. PREMIO UBU ALLA CARRIERA
- Raffaella Giordano
Per il contributo di intelligenza e bellezza che ha fornito alla danza e al linguaggio del teatro/danza sapendo coniugare estetica ed etica, attenzione alla corporeità come sublimazione dell’anima;
- Cesar Brie
Per i suoi 50 anni di palcoscenico, per la capacità di fare del teatro un atto poetico e politico, per la sua storia di migrante e la sua passione per la comunità, perché da cittadino del mondo, incarna l’intreccio di culture nel suo stare in scena;
- Enzo Vetrano e Stefano Randisi
Per un sodalizio che si è fatto poetica, per l’intensità e la dedizione con cui frequentano il linguaggio del teatro e il mestiere dell’attore. Vetrano e Randisi sono sacerdoti dell’arte, sono anime belle di un teatro che crede di poter cambiare il mondo, o perlomeno renderlo migliore.
16. PREMI SPECIALI
- Bottega del teatro di Paola Pedrazzini
Per l’impegno a confermare il rapporto fra maestri e allievi, per l’attenzione alle giovani leve della scena, per il riconoscimento al magistero di artisti come Marco Baliani e Fausto Russo Alesi chiamati a lavorare con gruppi di giovani attori e a presentare il proprio lavoro nel contesto archeologico di Veleia. Paola Pedrazzini con la Bottega del Cinema e la Bottega del Teatro si dimostra operatrice capace di guardare al futuro, attenta alle esigenze delle nuove generazioni, offrendo loro il poter fare delle loro aspirazioni un mestiere d’arte;
- Forever Young della Corte Ospitale
Progetto di valorizzazione di giovani progetti under 35. Sotto la cura amorevole e competente di Giulia Guerra, Forever Young porta alla Corte Ospitale il teatro che ci aspetta, offre l’opportunità di dare corpo a progetti, spettacoli, idee ed estetiche di giovani gruppi che cercano un loro spazio nella scena contemporanea;
- Presente Indicativo Festival di Claudio Longhi
È l’esempio di come, oggi più che mai, il teatro abbia bisogno di aprire gli orizzonti. Claudio Longhi realizza questo in Presente Indicativo Festival portando a Milano gruppi internazionali e confermando la vocazione europea del capoluogo lombardo. Longhi raccoglie l’eredità del festival dei Teatri d’Europa e lo fa con un cartellone di impeccabile rigore formale ed estetico, un invito a confrontarsi con la contemporaneità e il linguaggio internazionale del teatro;
- Animateria
Un percorso di alta formazione per gli operatori del teatro di figura e del teatro ragazzi. Si tratta di un progetto collettivo che mette a sistema le competenze e le pratiche necessarie per chi vive e frequenta il teatro di figura. I workshop di Animateria vivono della volontà di formare e aiutare a crescere la professionalità di giovani artisti, innamorati delle figure della fantasia;
- Tovaglia a quadri ad Anghiari
È l’esempio di come il teatro possa farsi comunità, possa recuperare le storie di un territorio e offrirle come spaccato per una riflessione più generale. Tutto questo in un contesto conviviale che ben s’intreccia col racconto, che permette di abbattere la quarta parete e soprattutto permette ad attori e pubblico di gustare gli stessi sogni, le stesse idee, le medesime utopie.
* voto non conteggiabile
Titolo dello spettacolo |
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Paolo Sorrentino devo dirti una cosa |
POEMS |
Strangers in the night |
Dieci. Accuratamente |
Barrani |
Mata HAri |
Come sopravvivere in caso di danni permanenti |
Marco Polo e la principessa - una tragicomica storia d'amore |
Canzuna sgreta |
Nuttata - Progetto Koltès |
NEVER YOUNG |
Adesso vattene, fratello mio |
Melville e la Balena Bianca |
Mattimonio |
Lottavano così come si gioca |
Il poeta contumace |
Nulla è più invisibile |
Calcoli |
I Persiani |
L'arto fantasma |
CALL for audience |
Folklore Dynamics |
Atlantis |
Zlotogrod |