Lo Gatto Sergio
1. SPETTACOLO DI TEATRO
- La Ferocia (Michele Altamura, Gabriele Paolocà)
Una produzione composita, coraggiosa, ambiziosa. Uno spettacolo di livello europeo che riafferma il ruolo del teatro di rappresentazione, proteggendolo con una cura eccellente di tutti i comparti, da quello tecnico a quello artistico, sapendo imporre sulla scena un grado di eccellenza e di rigore, portando tematiche importanti e universali;
- Il grande vuoto (Fabiana Iacozzilli)
Un ragionamento sottile e spietato che getta una nuova luce sul concetto di dramma famigliare, creando una tensione energica e provocando nell’arte della recitazione l’impulso a farsi tramite di letture profonde del sentimento umano;
- Trilogia della città di K. (Fanny & Alexander)
Adattamento coraggioso di un romanzo quasi irrappresentabile, con uno sforzo creativo e produttivo impressionante su ogni piano, in particolare su quello dell’orchestrazione narrativa e compositiva, al pieno delle possibilità per un gruppo che da tempo cerca le asole di rappresentazione e mimesi nel racconto delle relazioni umane.
2. SPETTACOLO DI DANZA
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3. REGIA
- Luigi De Angelis (Trilogia della città di K.)
Rilevante è la capacità di tenere insieme un insieme variopinto di registri narrativi e interpretativi, installandoli in uno spazio specifico in cui non c’è spazio per movimenti, evoluzioni o tempi non calibrati;
- Andrea De Rosa (Edipo Re)
Quel che può fare la regia contemporanea, maneggiando i classici della tradizione tragica, è forse imbracciarne i significati al massimo della loro nudità, trattarli come un apologo senza soluzione: in questo caso la regia si occupa di ravvivare la semantica del testo, concentrando l’attenzione del pubblico sui suoi nuclei attivatori, senza disperdere energie in soluzioni di effetto;
- Michele Sinisi (I Masnadieri)
Complessa operazione sui limiti della rappresentabilità e sulla forza corale del “gioco del teatro”, in grado di far detonare le ragioni di un testo che non ha tempo, facendo risuonare una tradizione ormai lontana nell’espressione pura e nitida dell’arte attoriale.
4. ATTRICE/PERFORMER
- Giusi Merli (Il grande vuoto)
Mescolare la biografia personale al tratteggio del personaggio è un tipo di pratica che solo un/una grande attore/attrice è in grado di compiere. Qui Merli immola il proprio corpo e la propria storia alle ragioni del testo, senza risparmiare nulla;
- Federica Fracassi (Trilogia della città di K.)
La menzione non va solo all’interpretazione chirurgica (e sempre fondamentale) di diversi personaggi, che fanno da fulcro necessario a una storia di enorme complessità narrativa, ma all’ostinazione nel credere possibile l’operazione stessa. Un’attrice che mette tutta se stessa al servizio della creazione di identità sceniche mai del tutto predeterminate, né da lei, né dalla regia;
- Matilde Vigna (Chi resta e Le serve)
Attrice in continua e ostinata evoluzione, Matilde Vigna confronta la propria pratica con il mestiere di interprete e con quello di autrice e corpo scenico, riuscendo a trasmettere un agio e una irrinunciabilità della sua presenza in grado di plasmarsi nell’esperienza della performance e di riconoscere propri tratti biografici nella scrittura scenica.
5. ATTORE/PERFORMER
- Lino Guanciale (Ho paura torero)
Un grande e infaticabile interprete, già premiato qui, che questa volta torna a dare tutto se stesso alle istanze politiche ed etiche di un personaggio e della storia che esso abita, prima ancora di dare visibilità a se stesso. Sempre presente in scena, catalizza l’energia del testo, della storia e del sistema di relazioni al punto da farne un pennello per il ritratto di un’epoca che sorprendentemente ci riguarda;
- Leonardo Capuano (La Ferocia)
Chirurgico, ineffabile, severo, il suo lavoro incarna il titolo dello spettacolo, riuscendo a comprimere ogni emozione all’interno e a non rilasciare nessuna energia che non sia funzionale a far muovere le sorti degli altri personaggi;
- Massimiliano Speziani (Zio Vanja)
In una messinscena scarna, completamente a servizio degli attori, che agiscono quasi senza ausilio di contesto o allestimento, Speziani trova il giusto equilibrio tra una profonda amarezza e una disincantata ironia e autoironia, proprie del personaggio di Vanja ma anche specchio della “croce” di attrici e attori.
6. ATTRICE/PERFORMER UNDER 35
- Zoe Zolferino
Interprete entusiasta, infaticabile, fresca. Il suo lavoro al servizio della regia si concentra nello sguardo e nel corpo, restituendo vitalità a un certo tipo di personaggi e di tradizioni teatrali altrimenti a rischio di fermarsi incastrate dalla polvere del tempo;
- Anna Mallamaci
Un riconoscimento che vale per un lavoro svolto già da tempo, con grande espressività vocale e corporea, presenza scenica solida e impossibilità di definizione, che ne fanno un’attrice adatta a diversi registri e in grado di donare la propria personalità alla costruzione di sistemi di relazione complessi e variopinti.
7. ATTORE/PERFORMER UNDER 35
- Niccolò Fettarappa
Una presenza scenica esplosiva e difficile da identificare, che non può essere separata dall’acida verve con cui firma le idee e le drammaturgie dei suoi spettacoli, totalmente affondati nello sconnesso terreno del presente.
8. SCENOGRAFIA
- Daniele Spanò (La Ferocia e Edipo Re)
Un artigiano versatile e umile, che mescola una grande sapienza del mezzo digitale a, negli spettacoli citati, un gusto sopraffino per il risultato materico nell’organizzazione degli spazi da abitare;
- Luigi De Angelis (Trilogia della città di K.)
Tra scenografia multimediale e installazione, il lavoro sulle scene è essenziale per lo sviluppo narrativo e drammatico dello spettacolo e non ammette alcuna imprecisione;
- Fabrizio Pallara, Marco Lucci, Francesco Picciotti (Alice! È tardi)
La scena rilegge la tradizione del teatro in baracca riuscendo a concentrare nello spazio di pochi centimetri una narrazione complessa, un mondo immaginifico stratificato e vivace, sperimentando l’unione tra burattino, pupazzo e peluche, in un omaggio globale al teatro di figura.
9. COSTUMI
- Erika Carretta (Le serve)
Essenziale il lavoro sui costumi per rendere giustizia al gioco perverso che la drammaturgia organizza sui personaggi. La cura per i dettagli e per i colori rende giustizia alla regia, con inventiva;
- Emanuela Dall’Aglio (Atlantis)
Da sempre parte integrante della composizione scenica e della definizione dell’immaginario, i costumi di Emanuela Dall’Aglio riescono ancora una volta a mescolare riferimenti all’arte contemporanea, alla fotografia e al cinema a un’indubbia inventiva originale e sono essenziali per inquadrare le figure archetipiche nel lavoro di ricerca della Fortezza.
10. DISEGNO LUCI
- Giulia Pastore (La ferocia)
Le luci sono parte integrante di questo spettacolo notturno, che lascia solo intravvedere l’oscurità dei personaggi. Il lavoro di Giulia Pastore, perfettamente integrato nelle scene di Daniele Spanò, è una lezione di precisione;
- Luigi Noah De Angelis (Trilogia della città di K.)
Essenziali per costruire la mobilità della vicenda in uno spazio così particolare come il Teatro Studio Melato, le luci di Luigi De Angelis costruiscono e disfano diversi ambienti contemporaneamente, con grande accuratezza.
11. PROGETTO SONORO/MUSICHE ORIGINALI
- Gianluca Misiti (Pagliacci all’uscita)
Da sempre il lavoro di Misiti arricchisce la complessa trama vocale e ritmica degli spettacoli di Fortebraccio Teatro. In questo caso diventano parte integrante di un’ardita fusione di immaginari;
- Damiano Meacci / Claren McFaddon (Nina)
La performance di Claren McFaddon e l’intero progetto di mimesi affrontato da questo e altri lavori del ciclo non possono prescindere da un delicatissimo controllo della dimensione sonora, in cui arrangiamenti ellittici sostengono il cantato del personaggio, in un complesso esperimento di “creazione musicale” e di risveglio di memoria uditiva;
- Mirto Baliani e Emanuele Wiltsch Barberio (Trilogia della Città di K.)
Nel disegnare la moltitudine degli ambienti, il lavoro di Mirto Baliani è fondamentale per la riuscita di un labirintico entrare/uscire dalle storie, a cavallo tra la realtà e il suo doppio, tra voci amplificate, musiche preregistrate e un tappeto sonoro che accompagna la narrazione.
12. NUOVO TESTO ITALIANO/SCRITTURA DRAMMATURGICA (messi in scena da compagnie o artisti italiani)
- La Ferocia** (Linda Dalisi)
Il romanzo di Nicola Lagioia, imponente e complesso, prende vita sul palco nella forma di una narrazione lineare, vedendo i numerosi salti temporali riorganizzati in un ritmo di dialoghi e silenzi che ne fa un saggio di complessità, sintesi virtuosa e, insieme, espansione dei significati, in grado di puntare a precise scelte semantiche;
- Bidibibodibiboo (Francesco Alberici)
Un testo innovativo e solo apparentemente frammentario, in cui il precariato e la ferocia del mondo del lavoro aziendale si fa specchio di una condizione esistenziale comune a una generazione. La trama autobiografica, l’autofinzione e, quasi, l’inchiesta sociale si mescolano in una drammaturgia dal sapore non italiano, recuperando però le temperature e il ritmo della scrittura drammaturgica della nostra tradizione;
- Black Star (Fabrizio Sinisi)
Il fatto di cronaca diviene il bersaglio per una serie di forzature applicate dalla regia, che qui lavora a stretto contatto con l’autore del testo. I riferimenti di quest’ultimo incrociano le radicali scelte sul medium della recitazione e sui meccanismi della rappresentazione e della rappresentabilità, riuscendo a creare in scena una dinamica tragica di rara nettezza e crudeltà.
13. NUOVO TESTO STRANIERO/SCRITTURA DRAMMATURGICA (messi in scena da compagnie o artisti italiani)
- Ho paura torero** (Pedro Lemebel)
Grazie a un adattamento umile e però estremamente consapevole del potenziale teatrale della parola, emerge un testo in grado di raccontare un’epopea non solo nazionale, ma di risonanza globale, in cui ogni elemento delle trame e delle sottotrame ricalca posizioni etiche e politiche estremamente chiare.
14. SPETTACOLO STRANIERO PRESENTATO IN ITALIA
- Medea’s Children (Milo Rau)
Chiudendo la trilogia sul dialogo con i classici, si compie l’esperimento di verità che mette le nuove generazioni a confronto con la (propria stessa) violenza, in un’orchestrazione drammaturgica e registica che non lascia scampo;
- Firmamento (La Veronal)
Un saggio di organizzazione del movimento scenico e di montaggio coreografico che difficilmente trova eguali nel panorama internazionale di oggi.
15. PREMIO UBU ALLA CARRIERA
- Marcello Sambati
Una carriera instancabile nel proprio essere marginale, ascetica e profondamente attaccata all’essenza della parola poetica, mescolata alla sfida di una presenza scenica mai scontata e capace di raccogliere attenzione sui più minuti sommovimenti dell’animo.
16. PREMI SPECIALI
- Compagnia Garbuggino-Ventriglia
Un duo militante che celebra 20 anni di attività e di strenua lotta per conservare una propria poetica minuta e importante, portando avanti un discorso poetico originale su materiali dalla tradizione complessa, la sfida dell’abitazione di un piccolo spazio scenico in un territorio che ha potuto vedere i frutti di un impegno quasi religioso al servizio di arte come principio di vita.
- Maura Teofili (Anniluce e Carrozzerie n.o.t.)
Una figura importante della curatela per la città di Roma e non solo, animatrice (insieme a Francesco Montagna) dello spazio indipendente Carrozzerie n.o.t., che offre formazione, residenze e programmazione estremamente selezionate, arricchendo l’offerta culturale romana. Anniluce è un progetto importante che dal 2017 ricava all’interno di Romaeuropa Festival lo spazio di rischio culturale necessario a sostenere la nuova creatività italiana, dandole spazio e tempo per la composizione e un’opportunità di incontro con il pubblico e con la società teatrale.
** voto non conteggiabile
Titolo dello spettacolo |
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Paolo Sorrentino devo dirti una cosa |
POEMS |
Strangers in the night |
Dieci. Accuratamente |
Barrani |
Mata HAri |
Come sopravvivere in caso di danni permanenti |
Marco Polo e la principessa - una tragicomica storia d'amore |
Canzuna sgreta |
Nuttata - Progetto Koltès |
NEVER YOUNG |
Adesso vattene, fratello mio |
Melville e la Balena Bianca |
Mattimonio |
Lottavano così come si gioca |
Il poeta contumace |
Nulla è più invisibile |
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L'arto fantasma |
CALL for audience |
Folklore Dynamics |
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Zlotogrod |