Chiappori Sara
1. SPETTACOLO DI TEATRO
- Hamlet (Antonio Latella)
[Per la potenza, il rigore e la profondità di una lettura amletica che si riaccosta al “testo dei testi” con la fiducia che il teatro continui a generare senso]
2. SPETTACOLO DI DANZA
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3. CURATELA/ORGANIZZAZIONE
- Paolo Cantù (I Teatri di Reggio Emilia)
[Per l’acume di uno sguardo che sa far convivere regole istituzionali, attenzione al pubblico e curiosità intellettuale]
- (Zona K / Milano)
[Per l’evoluzione di un percorso di ricerca coerente, scandito da obiettivi precisi di indagine del contemporaneo, con particolare sensibilità verso la scena internazionale]
4. REGIA
- Antonio Latella (Hamlet)
[Al suo terzo Amleto, Latella non solo non si ripete, ma allarga e approfondisce la visione lungo traiettorie non battute con effetti streganti. Distillando il meglio dai suoi attori]
- Valerio Binasco (Le sedie)
[Una regia compatta, meditata e molto “umana” che si libera dalle convenzioni del teatro dell’assurdo per soffiare nuova vita in un testo da ascoltare e guardare con una nuova postura]
- Emma Dante (Misericordia)
[Uno spettacolo ossimoro, affacciato sulla frattura non ricomponibile tra le macerie e il rimpianto, la dolcezza e il furore, la pittura al nero e la grazia. Come una rabdomante Emma Dante sa toccare le corde più segrete generando l’alchimia di un’emozione alla quale abbandonarsi senza vergogna]
5. ATTRICE/PERFORMER
- Lucia Mascino (Promenade de santé)
[Sensibile e sensitiva, luminosa e generosa, scava nelle profondità di un femminile irrequieto ben oltre il testo, a cui regala il valore aggiunto di un’interpretazione piena di sfumature]
- Franca Nuti (A German Life)
[Nei panni di una donna qualunque che attraversa l’orrore nazista senza rendersene conto, Franca Nuti si e ci regala un’interpretazione ad alta intensità, lucida, rigorosa, tesa. Nell’aristocrazia dei suoi 92 anni, la sapienza di una signora della scena sempre e comunque a servizio del teatro]
6. ATTORE/PERFORMER
- Michele Di Mauro (Le sedie | La valle dell’Eden)
- [Due ruoli agli antipodi, Samuel Hamilton, l’altro capostipite della saga di Steinbeck, e Il vecchio di Ionesco, a conferma della versatilità, della fantasia e del talento di un attore con un timbro che non assomiglia a nessuno]
7. ATTRICE/PERFORMER UNDER 35
- Federica Rosellini (Hamlet)
[Una prova gigantesca, per durata – è in scena dall’inizio alla fine delle sei ore abbondanti di spettacolo –, per densità e concentrazione. Non personaggio, ma creatura teatrale all’ennesima potenza]
8. ATTORE/PERFORMER UNDER 35
- Simone Zambelli (Misericordia)
[È il suo corpo a parlare con la grazia dello stupore e della fragilità, un quasi Pinocchio dai movimenti legnosi che diventano danza vorticosa e bellissima]
9. SCENOGRAFIA
- Giuseppe Stellato (La valle dell’Eden)
[Una scenografia con la profondità di una drammaturgia dello spazio: il tavolo di famiglia intorno a cui tutti cercano un posto senza trovarlo, il sipario tagliafuoco che con citazione streheleriana si abbassa mostrando solo la parte inferiore dei corpi in un’orizzontalità da cinemascope esasperato prima di disfarsi in uno spettacolare crollo, la casetta american gothic costruita a vista a dare forma alla dark side del sogno americano]
- Nicolas Bovey (Lo zoo di vetro)
[Un’arena circense dai colori saturi che recupera Tennesse Williams oltre il melo. Molto più che una trovata, l’incessante nevischio di polistirolo immerge gli attori e lo spazio in una dimensione fortemente simbolica e ferocemente concreta]
10. COSTUMI
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11. DISEGNO LUCI
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12. PROGETTO SONORO/MUSICHE ORIGINALI
- Gup Alcaro (Cleopatràs)
[Un paesaggio sonoro composito che mescola elettronica e Maria Callas, utilizzando con sapienza l’amplificazione per interpretare il tumulto della lingua di Testori come un controcanto di suggestioni in moltiplicazione]
13. NUOVO TESTO ITALIANO/SCRITTURA DRAMMATURGICA (messi in scena da compagnie o artisti italiani)
- Dentro (Giuliana Musso)
[Una scrittura sempre più precisa e sensibile, capace di elaborare l’indicibile. Si parte dal dato di realtà più crudo e ripugnante, si arriva a una teatralità pudica che maneggia parole e silenzi con rara sapienza]
- La tragedia è finita, Platonov (Liv Ferracchiati)
[Un’immersione profonda al cospetto di Cechov, con il dono di un’ironia non scontata che, senza forzature, conduce la commedia dell’inadeguatezza e del fallimento a latitudini contemporanee]
14. NUOVO TESTO STRANIERO/SCRITTURA DRAMMATURGICA (messi in scena da compagnie o artisti italiani)
- The Laramie Projet – Il seme della violenza (Moises Kaufman)
[Il delitto omofobo che ha sconvolto l’America ricostruito con l’ostinazione e la determinazione di un’inchiesta sul campo a 360 gradi. Teatro documentario, teatro militante, ma soprattutto e prima di tutto teatro, che arriva dove gli altri mezzi di comunicazione non possono arrivare]
15. SPETTACOLO STRANIERO PRESENTATO IN ITALIA
- Ink (Dimitris Papaioannou)
[I limiti imposti dalla pandemia scatenano la potenza immaginifica di Papaioannou che invade la scena di acqua, incidendola con segni materici che trasfigurano lo sguardo oltre la citazione pittorica per ricondurci a un archetipo misterioso. Prodigioso il disegno luci]
- The Mountain (Agrupación Señor Serrano)
[Un dispositivo teatrale che procede per accumuli, rimandi, moltiplicazione dei piani prospettici e molta ironia, nello stile della compagnia catalana che questa volta osa interrogarsi sul tema della verità nell’era della post verità e della fake news. La loro estetica è ben riconoscibile ma gli effetti spiazzanti che producono e gli interrogativi che aprono mettono al riparo dal rischio della ripetizione]
16. PREMIO UBU ALLA CARRIERA
- Danio Manfredini
[Schivo, tenace, silenzioso, volutamente ai margini del sistema, da decenni Danio Manfredini abita la scena come una necessità etica prima ancora che estetica. Miracolo della rosa, Al presente, Tre studi per una crocifissione, Cinema Cielo fino al recente Nel lago del cor, giusto per citare solo qualche titolo di una carriera scandita da spettacoli nati da gestazioni lunghissime e costruiti con il rigore di un monaco orientale. Maestro malgré lui di tante generazioni teatrali, cantore di un’umanità ferita e fragile, le sue visioni teatrali restano incise nella memoria come ferite eretiche piene di bellezza.
17. PREMI SPECIALI
- Federico Bellini per la traduzione di Hamlet, un lavoro smisurato di immersione nel testo tra accurata ricerca linguistica, studio matto e disperatissimo e audacia ermeneutica. Il risultato è un Hamlet che ascoltiamo come se fosse la prima volta.
- Lingua madre. Capsule per il futuro (LAC Lugano Arte e Cultura), a modo suo, un quasi kolossal. Per il dispiegamento di risorse e intelligenze (oltre ai curatori Carmelo Rifici e Paola Tripoli, coinvolti un comitato di redazione e decine di artisti, esperti di neuroscienze, linguistica, sociologia), per l’articolazione di temi e formati, per l’ambizione a un pensiero complesso. Provando a incalzare la dimensione del digitale non come surrogato ma come strumento di indagine dei processi creativi attraverso un palinsesto di contenuti originali articolati intorno a tre focus (Corpo, Rito, Linguaggio) che si avventurano lungo le frontiere della sperimentazione accompagnandola a una robusta riflessione teorica.
Titolo dello spettacolo |
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Paolo Sorrentino devo dirti una cosa |
POEMS |
Strangers in the night |
Dieci. Accuratamente |
Barrani |
Mata HAri |
Come sopravvivere in caso di danni permanenti |
Marco Polo e la principessa - una tragicomica storia d'amore |
Canzuna sgreta |
Nuttata - Progetto Koltès |
NEVER YOUNG |
Adesso vattene, fratello mio |
Melville e la Balena Bianca |
Mattimonio |
Lottavano così come si gioca |
Il poeta contumace |
Nulla è più invisibile |
Calcoli |
I Persiani |
L'arto fantasma |
CALL for audience |
Folklore Dynamics |
Atlantis |
Zlotogrod |