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Giacobbe Gigi

1. SPETTACOLO DI TEATRO

  • Ferito a morte di Raffaele La Capria messo in scena da Roberto Andò al Mercadante di Napoli è diventato uno spettacolo polifonico in sintonia col romanzo di La Capria in cui pare ci sia solo una stagione: l’estate.
  • Il tango delle capinere di Emma Dante prende spunto da quei Ballarini, ultimo capitolo della Trilogia degli occhiali, realizzato con particolare delicatezza e rinnovata passione, con un pensiero rivolto, forse, a quel Finale di partita di Samuel Beckett: trasmette puri sentimenti come possono essere la malinconia e la nostalgia.
  • La Pace di Aristofane, spettacolo molto attuale, visti i tempi bellici che Daniele Salvo mette in scena al Teatro greco di Siracusa con maturata saggezza, rendendo godibile la seconda parte della commedia, certamente meno felice della prima, creando con Miki Matsuse una serie di coreografie (non era facile muovere 56 elementi), già messe in atto all’inizio di spettacolo con la battaglia armata tra greci e spartani, diventando l’epilogo un luogo di festeggiamenti, lazzi buffoneschi, scene farsesche e allegorie politiche, sembrando la skenè ad un tratto la Vucceria di Palermo piena di fumo sprigionato da vari tipi di carne arrostita alla brace.

2. SPETTACOLO DI DANZA

  • Timelessness Dances_Primo Passo di Adriana Borriello al Trianon Viviani di Napoli per Campania Teatro Festival. Spettacolo di 45 minuti molto gradito dal pubblico, realizzato in controluce per via dei 20 segmenti perpendicolari di neon che illuminavano il palcoscenico delimitandone lo spazio, Quattro i danzatori (Adriana Borriello, Erica Bravini, Michele Ermini, Michael Incarbone, Ilenia Romano) che agivano con la Borriello sembrando all’inizio delle creature striscianti, poi in ginocchio, quindi in piedi e tutti in fila, dopo in coppia e infine spaiati, i cui movimenti di braccia e gambe volteggiavano in sintonia con le musiche cicaleggianti e seriali di Thierry De Mey amplificate da Edoardo Maria Bellucci. Suono e Movimento: questo il binomio alla base delle coreografie della Borriello che ha imparato bene la lezione di Bejart.
  • Welcome to my funeral di Brandon Lagaert per conto di Equilibrio Dinamico a Primavera dei Teatri di Castrovillari. Quattro fasci di luce fucsia ci trasportano in un mondo più virtuale che reale mentre uno dei quattro danzatori steso a terra viene rianimato dagli altri tre facendogli indossare un collare luminoso e una maschera salvifica, muovendosi poi tutti al ritmo di musica techno.
  • Beat Forward di Igor x Moreno per conto del Collettivo MINE. Una ricerca particolare sui nostri corpi che si mettono in relazione con altri corpi e su come noi tutti possiamo essere in grado di proiettare su altri alcune immagini di noi stessi.

3. REGIA

  • Alessandro Di Murro per un’accuratissima regia di Finzioni di Jorge Luis. Borges, lui stesso artefice con Anton Giulio Calenda e Tommaso Emiliani della scelta di alcuni racconti dello scrittore argentino, un modo per tuffarsi in quelle cantine umidicce degli anni ’60 e ’70 senza annoiarsi e assistere ad uno spettacolo stimolante, ben recitato da un gruppo di giovani attori tutti sugli scudi, menzionati in locandina. Con ottimi interventi video e audio e tecnici di grande qualità.
  • Francesco Calogero per I cambi di stagione (Halpern & Johnson è il titolo originale) del londinese Lionel Goldstein: storia di due uomini che hanno amato la stessa donna, diretta con piglio cinematografico, curando la traduzione in italiano che non esisteva, adattando il testo per la scena ed esordendo magnificamente nella regia teatrale.
  • Ninni Bruschetta, per Il mare colore del vino, ha utilizzato lo stesso titolo di copertina d’un lungo racconto inserito assieme ad altri dodici, densi di sicilitudine, scritti da Leonardo Sciascia tra il 1950 e il 1972, realizzando un intelligente spettacolo, il cui testo è già una sceneggiatura bell’e pronta, buona per un film o per una messinscena tout court, con gli stessi accorgimenti registici, dagli effetti stranianti e/o meta-teatrali, messi in atto da Luca Ronconi al Teatro Argentina di Roma nel febbraio del 1996 in occasione di Quer pasticciaccio brutto de Via Merulana di Carlo Emilio Gadda, con gli attori che recitavano parole e didascalie, comprese battute e dialoghi del romanzo.

4. ATTRICE/PERFORMER

  • Lucia Lavia, protagonista de “L’Ignota” del Come tu mi vuoi di Pirandello, somiglia alla Valentina di Crepax ma pure alla Lulu di Wedekind nel film di Pabst, complice quel frangettone nero sugli occhi, suggerito certamente dal regista Luca De Fusco, che la fanno somigliare ad una femme fatale degli anni ’30.
  • Antonella Morea in Felicissima Jurnata (titolo ispirato a Giorni felici di Beckett, passato da Primavera dei Teatri di Castrovillari, con Emanuele D’Errico, regista e curatore della drammaturgia in dialetto napoletano) era una Winnie di 109 anni che ancora s’imbelletta, mette lo smalto alle unghie, suona e canta Reginella all’interno d’una struttura che somiglia al Vesuvio.
  • Irene Muscarà interpreta in forma monologante vari personaggi de Il ritorno, ispirandosi al romanzo Tutto scorre dello scrittore sovietico Vasilij Grossman scomparso nel 1964, con voce chiara, netta, perfetta nella dizione, dolente e affilata come un coltello che ti trafigge il cuore, stando in piedi o seduta su uno sgabello, vestita di nero, un viso bianco contornato da capelli biondi e due occhi celestini che hanno voglia di piangere. Sorprende la semplicità con la quale la Muscarà riesca a fare dialogare i due innamoratini dell’opera scoprendo solo la manica della giacca, sicché quando parla Anna quel gomito è foderato d’un tessuto a fiorellini e quando parla Ivan viene ricoperto.

5. ATTORE/PERFORMER

  • Antonio Alveario in due lavori: nel primo, Il mare colore del vino di Sciascia, che si svolge interamente in uno scompartimento ferroviario, è un professore di scuola che partito da Roma alla volta della Sicilia, in compagnia della moglie (Alessandra Fazzino) pure lei insegnante e di due figli maleducati, si cala nel personaggio con connaturata clownerie, mista ad un’ironia che confina col grottesco. Qualità espresse pure in I cambi di stagione di Goldstein dove è nei panni d’un vedovo di origine ebraica che scopre dopo 40 anni d’essere stato cornificato (soltanto platonicamente) da una moglie che s’incontrava di nascosto con un commercialista (Maurizio Marchetti) quattro volte l’anno, appunto ad ogni cambio di stagione.
  • Giuseppe Carullo in Umanità Nova di Cristiana Minasi, nel ruolo di Angelo Casile (uno dei 5 anarchici che cercavano la verità sui moti e morti di Reggio Calabria del 1970/71) si mostra bislacco, anfetaminico, anche stralunato, somigliando un po’ ad Enzo Iannacci.
  • Mario Perrotta per s/Calvino o della libertà (al Carcano di Milano) diventato poi in tournée Come una specie di vertigine, compie un viaggio intorno al pianeta Italo Calvino (nel centenario della sua nascita) standosene seduto su uno sgabello girevole intorno ad una pedana, somigliando ad una rock star con quel giacchino luccicante che gli cinge la vita, tenendo in mano un microfono che manipola a suo piacimento, mentre echeggiano le note della canzone Il mondo di Jimmy Fontana. Nello spettacolo s’individuano alcune note opere di Calvino, compresa La giornata d’uno scrutatore dove in una paginetta e mezza conosciamo il personaggio del “nano”: «due occhi dietro il vetro, una testa che non riusciva a sporgere più in su del naso, una grossa scatola cranica coperta di peluria»”, (così lo descrive Calvino, pure lui scrutatore nel 1961 al Cottolengo di Torino): una figura insignificante, si direbbe, certamente un simbolo di libertà assoluta, che tuttavia diventa per Perrotta il fil rouge per una interpretazione esaltante, in grado di coinvolgere ed emozionare il pubblico.  

6. ATTRICE/PERFORMER UNDER 35

  • Giulia De Luca (In alto mare di Sławomir Mrożek)
  • Giulia Messina (Cenere e Minimamente blu di Auretta Sterrantino)
  • Chiara Peritore (Se son fiori moriranno di Rosario Palazzolo)

7. ATTORE/PERFORMER UNDER 35

  • Francesco Natoli (In alto mare di Slawomir Mrozek)
  • Michelangelo Maria Zanghì (In alto mare di Slawomir Mrozek)
  • Michele Cardello (Riccardo III – Suite d’un mariage da William Shakespeare)

8. SCENOGRAFIA

  • Federica Parolini per il Prometeo Incatenato di Eschilo al Teatro greco di Siracusa, ha costruito una scena dove il titano di Alessandro Albertin con un solo straccetto alla vita, non è più imbracato ad una rupe della Scizia con un’aquila che gli mangia il fegato, ma è incatenato mani e piedi su un’alta e ferrosa ciminiera rossastra con scala a chiocciola, dopo essere stato trascinato, incappucciato e a piedi nudi, da un carro ferroviario che si muove cigolando lentamente lungo una breve rotaia, sbucato fuori da una pesante cancellata arrugginita e giungere su una scena simile a quella che può intravedersi in qualche settore abbandonato della vicina raffineria di Augusta, intorno alla quale giacciono inservibili vecchi silos, pezzi di fumarole, larghe tubature ferrose che confluiscono in una grande cisterna, assumendo il paesaggio una struttura simile alla terra desolata di Eliot.
  • Gianni Carluccio per Ferito a morte di Raffaele La Capria, ha pensato ad una scena dominata da una balconata, quella del Palazzo Medina, che divide il piano inferiore da quello superiore, riflettente a sua volta la risacca del mare di Posillipo e le sdraio d’uno stabilimento balneare, utili i due spazi per le varie location presenti nel lavoro dove i personaggi sembrano vivere solo una stagione: l’estate.   
  • Mariella Bellantone per I cambi di stagione di Lionel Goldstein ha architettato una vetrata a due ante dalle fogge un po’ liberty, i cui colori azzurri virano verso i verdi, in sintonia con le location dell’opera: un cimitero, un giardino, un vialetto alberato, quest’ultimo occupato al centro e verso la fine, per pochi istanti, dall’apparizione della donna amata dai due protagonisti (Antonio Alveario e Maurizio Marchetti), tramite uno stratagemma di visual art.

9. COSTUMI

  • Giovanna Buzzi per Medea di Euripide
  • Marta Crisolini Malatesta per Come tu mi vuoi di Luigi Pirandello
  • Daniele Gelsi per La Pace di Aristofane

10. DISEGNO LUCI

  • Roberto Zorn Bonaventura per In alto mare di Sławomir Mrożek.al Teatro dei 3 Mestieri di Messina
  • Gianni Pollini per Medea di Euripide
  • Gianni Carluccio per Ferito a morte di La Capria

11. PROGETTO SONORO/MUSICHE ORIGINALI

  • Patrizio Maria D’Artista per le musiche originali de La Pace di Aristofane
  • Silvia Colasanti per le musiche di Medea di Euripide
  • Matteo Musumeci per La pensione Eva di Andrea Camilleri al Brancati di Catania

12. NUOVO TESTO ITALIANO/SCRITTURA DRAMMATURGICA (messi in scena da compagnie o artisti italiani)

  • Una vita a cottimo di Giusi Arimatea andato in scena al Museo regionale di Messina con Mauro Failla protagonista. Dramma intimo di tale Vincenzino schiacciato da una madre prevaricatrice e severa che riducono il poverino a vivere una vita grigia con qualche barlume di felicità.
  • Gaetano Così comè di Salvatore Rizzo al Ridotto del Mercadante, regia di Vincenzo Pirrotta e Filippo Luna protagonista, nei panni di un omosessuale che vuole affermare il suo diritto ad essere quel che è, non solo con chi l’ha messo al mondo ma anche con tutte le figure che girano attorno alla sua vita.
  • Via del Popolo di Saverio La Ruina è un tuffo nel passato dell’autore-attore-regista calabrese al tempo in cui con la famiglia s’installa a Castrovillari, ricordando aneddoti e episodi di quel tratto di strada diventato mitico nella sua mente di adolescente.

13. NUOVO TESTO STRANIERO/SCRITTURA DRAMMATURGICA (messi in scena da compagnie o artisti italiani)

  • I racconti della peste di Mario Vargas Llosa, traduzione di Valerio Nardoni, al Teatro Verga di Catania con la regia di Carlo Sciaccaluga. Prodotto dallo Stabile di Catania e Teatro Nazionale di Genova.
  • I cambi di stagione (Halpern & Johnson) di Lionel Goldstein, tradotto e messo in scena da Francesco Calogero al Teatro Brancati di Catania.

14. SPETTACOLO STRANIERO PRESENTATO IN ITALIA

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15. PREMIO UBU ALLA CARRIERA

  • Tuccio Musumeci
  • Pippo Pattavina
  • Gianfranco Quero

16. PREMI SPECIALI

  • Installazioni sceniche di Michele Ciacciofera per La Pace di Aristofane.
  •  Maurizio Puglisi, direttore artistico, organizzatore e altro, della formazione teatrale dei Nutrimenti Terrestri nata a Messina nel 1983 e giusto quest’anno festeggia con un piccolo festival i 40 di attività. Nel periodo da voi indicato ha prodotto parecchi spettacoli di cui cito solo La grande menzogna di Claudio Fava, In alto mare di Slawimir Mrozek, I cambi di stagione di Lionel Goldestein e altri ancora, privilegiando sempre testi e autori contemporanei.

Immagini
Produzione
Progetto speciale
Coproduzione
Titolo dello spettacolo
Sottotitolo
Testo di
Testo originale presentato per la prima volta
Riscrittura/Adattamento
Regia/Coreografia
Città del debutto
Luogo del debutto
Data del debutto
Performer
Presenza performer under 35
Elenco performer under 35
Scenografia
Costumi
Light Design
Sound Design o Musiche Originali
In collaborazione con
Con il sostegno di
Si ringrazia
Note
Titolo dello spettacolo Testo Regia/Coreografia Produzione Luogo del debutto Data del debutto
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